sabato 11 gennaio 2014

Il bordo vertiginoso delle cose

Come ho già avuto modo dire in altre occasioni Gianrico Carofiglio è uno dei miei autori preferiti. Mi piacciono le storie che racconta e soprattutto come le racconta, con quella sua prosa attenta e scorrevole insieme.




Nel romanzo Il bordo vertiginoso delle cose Carofiglio racconta la storia di un uomo diviso fra un presente-passatoprossimo piuttosto fallimentare e un passato remoto, remotissimo, quello di un'adolescenza fatta di sogni, di scoperte, di turbamenti, di inquietudini e di speranze.
La spaccatura tra queste due vite si  manifesta anche nella struttura  narrativa del libro, dove si alternano capitoli  in forma autobiografica che portano il nome stesso del protagonista, Enrico, l'adolescente, ed altri, identificati da numeri  e narrati da una specie di alter ego, da uno specchio virtuale che registra e riflette le azioni, i pensieri, gli stati d'animo dell'uomo ormai adulto, senza condividerne le emozioni.

Un fatto di cronaca nera, letto per caso sul giornale, sarà l'occasione per iniziare un cammino di riunificazione tra passato e presente, vincere le paure , trovare il coraggio di stare in bilico sul bordo vertiginoso delle cose e lasciarsi andare verso una nuova opportunità.

Tra i protagonisti di questa storia tra passato e presente, quello che mi ha letteralmente affascinato è Celeste, la giovane supplente di filosofia, da cui Enrico si sente inevitabilmente attratto.
Celeste è secondo me il prototipo dell'insegnante perfetta : giovane, carina, preparata, innamorata della filosofia e capace di proporla in maniera chiara e convincente a un gruppo di giovani liceali con ben altri interessi, catturando completamente la loro attenzione. Celeste è l'insegnante che avrei voluto avere, l'insegnante che avrei voluto essere.

La cosa curiosa è che Carofiglio sa imprimere una tale carica a questo personaggio che io stessa, che la scuola l'ho lasciata da secoli, sono stata "catturata" e ho sentito il desiderio di approfondire alcuni degli argomenti proposti da Celeste tanto li ho trovati stimolanti.
Faccio un esempio : durante un periodo di scioperi, assemblee ed altre agitazioni nel liceo di Enrico, Celeste, invitata a partecipare all'autogestione degli studenti, tiene un "controcorso" sul tema della condizione femminile, parlando di cinque donne che, pur molto diverse tra loro, possono essere considerate emblemi del coraggio , della dignità e della libertà femminile.

Queste donne sono Lilith, la prima compagna di Adamo secondo il mito, ripudiata perchè rifiutò di ubbidire al marito e trasformata in una creatura notturna, un demone portatore di lussuria e disgrazia.





La seconda non appartiene al mito, ma visse realmente ad Alessandria d'Egitto. Matematica, astronoma,filosofa, pagana , esponente del neoplatonismo, fu stuprata e massacrata da una folla di monaci cristiani per la pericolosità del suo insegnamento che rivendicava la libertà di pensiero e di religione.





La terza era nata in Italia ma visse in Francia tra il Trecento e il Quattrocento. Si chiamava Christine de Pizan e fu la prima scrittrice professionista della storia. Tra le sue opere troviamo La città delle Dame in cui viene affrontata, tra le altre, la questione dell'istruzione femminile, l'esclusione dal mondo delle lettere, della filosofia , della cultura, sulla base di una presunta inferiorità naturale.





La quarta è anch'essa un simbolo delle ribellione femminile, del rifiuto di accettare il sopruso e il potere maschile.
Artemisia Gentileschi è una grande pittrice del Seicento, stuprata da un altro pittore, il suo maestro di prospettiva, Agostino Tassi che Artemisia ebbe il coraggio di denunciare, testimoniando al processo che seguì.




E infine la più moderna,quella che può essere considerata la prima grande filosofa del nostro tempo, anche se lei preferiva non essere considerata tale, Hannah Arendt autrice tra l'altro del libro La banalità del male. Nata in Germania da una famiglia ebraica, Hannah sperimentò sulla propria persona la prepotenza e il sopruso del pregiudizio raziale.



Leggere le storie di queste donne è stato come fare un viaggio ideale al femminile attraverso il mito, la scienza, la cultura, l'arte e il pensiero , dalle origini della storia al presente.
Grazie dunque a Celeste e a Carofiglio.

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