domenica 10 luglio 2016

Apri la tua valigia, e ti dirò chi sei...

Forse non ci avete mai pensato, ma la valigia, o meglio, il suo contenuto, può raccontare molte cose di noi, se siamo vanitosi, ipocondriaci, amanti della lettura, freddolosi, superficiali, meticolosi, ecc ecc ecc.
Quando affrontiamo un viaggio, lungo o breve che sia, tendiamo a portare con noi ciò che riteniamo indispensabile (criterio per altro alquanto relativo), che ci lega alle nostre abitudini, perchè partire è sempre e comunque un'incognita.

Spesso il contenuto della nostra valigia è condizionato dal mezzo con cui viaggiamo : l'aereo ad es. sceglie per noi  peso e dimensioni, mentre se viaggiamo in auto sappiamo di poter contare su contenitori o spazi supplementari.

Ma anche il bagaglio ha una sua storia ? Certo che sì.




In questi giorni, navigando in internet, mi sono imbattuta in una serie di articoli non recentissimi, in cui si parla di una mostra itinerante -visto il tema trattato non poteva essere diversamente- in varie località d'Italia, intitolata "L'uomo con la valigia", a cura di Paolo Novaresio.

Dalla lettura di questi articoli e dalle interviste rilasciate dal curatore della mostra si deduce che  la valigia, in quanto oggetto, è solo un aspetto particolare di un concetto più esteso, il bagaglio ( bagage , un termine francese che indicava il convoglio carico di equipaggiamenti al seguito degli eserciti).





A parte i popoli definiti "nomadi", in quanto dediti a una forma costante di mobilità dovuta non solo a condizioni ambientali ed economiche, ma anche a tradizioni culturali e storiche, il viaggio ha sempre esercitato comunque un grande fascino nella storia dell'umanità, a cominciare da "quel" viaggio, ultimo e senza ritorno, per cui già presso le civiltà più antiche si usava seppellire con i defunti oggetti della loro vita quotidiana, cibo compreso.

Alzi la mano chi non ha mai messo in valigia un pacchetto di crackers, perchè non si sa mai...

Pare che il baule sia stato comunque il contenitore più usato per gli spostamenti sia per terra che per mare, fin dai tempi dei Greci e dei Romani, per molti secoli, ovviamente con caratteristiche diverse in funzione dello scopo del viaggio, più o meno fino all'Ottocento, in occasione della rivoluzione dei trasporti a vapore.





I bauli, di legno o di bronzo, erano robusti e di grandi dimensioni, perciò potevano essere impilati sui carri o nelle stive delle navi proprio come si fa con i moderni containers.
A muoversi erano spesso persone facoltose, come feudatari che si trasferivano con i carri da un castello all'altro, arredamento e servitù compresa. Quando venivano caricati sulle navi, proprio grazie alla loro forma regolare e compatta, i bauli fungevano da panche per i rematori, o addirittura da letti . Sembra che all'epoca l'idea di un materasso a molle non fosse presente nemmeno nella mente del più audace visionario.




Con la scoperta dell'America e quella della stampa si verificarono parecchi cambiamenti nella storia del viaggio, c'erano nuove terre da scoprire e finalmente libri, opuscoli , soprattutto guide che raccontavano esperienze interessanti. Il bagaglio andava progressivamente evolvendosi. Il baule era sempre il protagonista ma le sue forme si arrotondavano; la linea curva del coperchio consentiva finalmente di contenere cappelli piumati e non, senza la consueta compressione. All'interno poi si creavano cassetti e scomparti in finzione di una sistemazione più ordinata e razionale di indumenti ed oggetti.





Nel '700 e nell'800 il numero di viaggiatori che si spostavano su lunghe distanze incrementò notevolmente , basti pensare al turismo "culturale" favorito dalla moda del Grand Tour, di cui abbiamo parlato recentemente, oppure al gran numero di commercianti, funzionari e religiosi che inevitabilmente si spostavano verso le terre colonizzate in America e in Asia. Più lungo era il percorso, più numerosi erano i bagagli, perchè andando incontro all'ignoto, occorreva dotarsi per il viaggio delle "certezze" di casa.


Nell'Ottocento, grazie alla rivoluzione dei trasporti a vapore, nacque il viaggio turistico e verso la metà del secolo sorsero le prime agenzie turistiche.
Con il treno si potevano intraprendere viaggi più frequenti e più brevi e di conseguenza anche il bagaglio si andava riducendo. Il vecchio baule aveva i giorni contati.

Tuttavia la sua storia era stata troppo lunga per essere definitivamente cancellata e così, quando si diffuse l'uso dell'automobile, che favorì la nascita del turismo di massa, il "baule" smise di essere un bagaglio per diventare lo spazio integrante del mezzo di trasporto, destinato a contenere valigie e colli di dimensioni ridotte.


La storia più recente del bagaglio è sotto i nostri occhi e non c'è bisogno di raccontarla. La cosa che mi disturba un po' è dover ammettere che quel vecchio baule destinato alla rottamazione, io me lo ricordo bene. Tra la fine degli anni '40 e l'inizio dei '50 ogni estate la mia famiglia trascorreva un mese di vacanza al mare a Varazze, in Liguria.
Si affittava un appartamento ammobiliato abbastanza grande per ospitare mia madre, con noi quattro figlie ( la mia sorella più grande era già sposata) e una ragazzetta  che aiutava la mamma nelle faccende domestiche.
Mio padre ci accompagnava in auto e veniva a riprenderci, ma per il bagaglio mia madre riempiva un baule con tutto ciò che poteva esserci necessario. Quando era pronto , veniva avvolto in una tela di sacco chiusa con lo spago, con una cucitura fatta con un grosso ago da materassaio. Poi veniva portato alla Stazione qualche giorno prima della nostra partenza e ci sarebbe stato consegnato una volta arrivati a destinazione.
Ho dimenticato molte cose successe in tutto questo tempo, alcune sono solo di ieri, ma l'immagine di quel baule non se ne vuol proprio andare.







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