mercoledì 20 luglio 2016

Il gioco del polo

Non sarà forse il Re degli sport ma è senz'altro lo sport dei Re






Il polo è uno sport di squadra in cui due formazioni di quattro giocatori, in sella a cavalli e muniti di stecche di bambù, si fronteggiano con l'obiettivo di mandare una palla di legno attraverso due pali. Vince la squadra che segna più punti.


Come altri sport popolari, le regole del polo non sono complicate di per sé, ma per diventare giocatori provetti, sono necessari un grande allenamento, determinazione e preparazione atletica. Scopo del gioco è fare goal in sella al cavallo, tirando una pallina di plastica bianca nell’area avversaria. Oltre ad essere degli ottimi fantini, i giocatori devono conoscere bene le tattiche per evitare falli accidentali che poi portano a ricevere penalità.
E', comunque,  uno degli sport più difficili e pericolosi che ci siano: cavalli che galoppano a 50 km orari, repentini cambi di direzione e brusche frenate, otto giocatori armati di stecche che si contendono una pallina - del diametro di 11.5 cm e che raggiunge velocità di 180 km orari -, rendono alcune precauzioni inevitabili. Le sue regole principali infatti, sono volte proprio a limitare la possibilità di scontri.
Una partita è divisa in tempi detti chukker o chukka. La durata e il numero di chukker in una partita è variabile: a seconda dei regolamenti, un chukker dura dai 7 ai 7 minuti e mezzo. Vengono giocati da quattro a otto chukker in una partita. Ogni giocatore al termine di un chukker deve cambiare il cavallo, visto che esso è, in genere, spronato a correre continuamente. Al massimo può essere tenuto lo stesso cavallo per due chukker non consecutivi.

Oltre al polo su erba, esistono poi le varianti su neve, su sabbia e per i più coraggiosi, anche su elefanti e su cammelli.

Dati i costi associati a qualsiasi sport che preveda l’impiego dei cavalli, anche il polo è ancora uno “sport d’elite”, praticato da celebri reali e aristocratici. Tuttavia, la maggior parte delle gare di polo sono aperte al pubblico e i club più piccoli in tutto il mondo prevedono match a ingresso libero per gli spettatori.


Si narra anche che sia la naturale evoluzione delle esercitazioni che la cavalleria inglese eseguiva per l'addestramento al combattimento a cavallo durante le campagne militari. Si può notare, infatti, che il gesto che il giocatore compie facendo partire la stecca dall'alto verso il basso per colpire la palla, è analogo al fendente che si vibra con una sciabola da cavalleria.
 La prima partita di polo registrata nella storia fu giocata nel 600 a.C. fra turcomanni e persiani. Al gioco del Polo era deputata, ai tempi della dinastia Safavide, la grande piazza di Isfahan, la Meidān Naqsh-e jahān, attuale piazza Imam Khomeini.
Dai persiani il gioco fu poi copiato e modificato dai Bizantini, che ne fecero grande uso. Un tzykanisterion (stadio per giocare il tzykanion, nome dato dai Bizantini al polo) fu costruito nel Gran Palazzo di Costantinopoli dal basileus Teodoro II. La basilissa Irene non disprezzava questo passatempo, mentre l'imperatore Basilio fu un grandissimo giocatore. Si dice che il basileus Alessandro morì per lo sfinimente dovuto al continio gioco. Il basileus Giovanni I di Trebisonda morì a causa di un incidente fatale durante il gioco





LA STORIA DEL POLO

Duemila anni fa a Costantinopoli, Isfahan, Jaipur e Damasco, già si giocava a Polo. Fu il Re persiano Dario a portare, nel 522 a.C. il Polo in India. "Chaugan" era il nome dato dai persiani alla mazza e bastone, si passò poi al termine "pullu" o "pulu", nome che indicava il legno con cui venivano fabbricate le palle da gioco e da questo ultimo termine si giunse all'odierno Polo.
Il Polo si sviluppò anche in Cina e assunse un'importanza tale che per poter accedere alle cariche pubbliche più importanti era necessario essere anche abili giocatori di Polo. Ufficiali inglesi di stanza in India iniziarono a praticare questo sport alle corti dei Maharaja a Manipur ed a Latore: essi fondarono i primi club a Chocar, a Sichar, a Calcutta e a Pershavar e da lì, passando per Malta dove nel 1868 fu fondato il primo club europeo, lo portarono in Inghilterra. 



Il primo club inglese, il Monmouthshire, nacque nel 1872; le regole invece vennero codificate successivamente dall'Hurlingham Polo Association. 
Nel 1879 arrivò in Argentina, ad introdurlo un giovane giocatore di polo inglese, Tom Preston, che si trasferì a Buenos Aires dall'India. Dopo solo tre anni fu fondato il primo club di Polo Argentino, nella nazione che senza dubbio è la più stimata sia per la qualità dei cavalli che per la professionalità dei loro polisti, modificando tecniche di gioco ed esportandole prima in America e poi in Europa. 
Nel resto dell'Europa il Polo si diffuse in Spagna, a Jerez de la Frontera nel 1872, in Germania nel 1898 quando fu fondato il Polo Club di Amburgo e in Francia ed Italia attorno ai Primi anni del '900. 
Il polo si sviluppò poi in tutto il mondo, ed arrivò anche a far parte dei giochi olimpici, a Londra nel 1908, Anversa nel 1920, Parigi nel 1924 e Berlino nel 1936. Nel 1975 erano già nati 583 club di polo in 39 Paesi. 


Lo stilista Ralph Lauren adotta come simbolo nella sua collezione Polo Ralph Lauren un giocatore di polo sul suo cavallo



La Martina adotta come simbolo 2 giocatori di polo con la stecca incrociata ed è sponsor della squadra argentina di polo.




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