mercoledì 24 maggio 2017

La macchina dei sogni

Per noi, quando eravamo giovani,  la macchina dei sogni non era come per la maggioranza dei ragazzi una Ferrari, ma era La Porsche.
Piccola, lucente, rotonda, maneggevole, potente, elegante, decisamente bella.
Ce la siamo sognata per anni, finchè siamo riusciti a conquistarne una e poi, dopo qualche anno, un'altra più nuova e poi un'altra ancora, che ci è stata rubata e poi ricomprata, finchè è uscita dai nostri sogni perchè ormai non faceva più per noi: lei restava sempre la stessa, anche se ogni modello era rinnovato e migliorato, ma noi non restavamo gli stessi, non miglioravamo e le esigenze di viaggio diventavano diverse, serviva meno aggressività e più comfort. L'abbiamo lasciata a guidatori più giovani e ci siamo accomodati su auto più adatte alle nuove persone che diventavamo. Lei, però, la porsche, è rimasta come una nipotina apprezzata e amata, seppur da lontano. La consideriamo sempre la più bella e la migliore da guidare in montagna.




Fondata nel 1931 da Ferdinand Porsche e in seguito “ereditata” dal figlio Ferdinand Anton, detto “Ferry”, fu inizialmente dedita alla fabbricazione del celebre “Maggiolino”, l'auto del popolo del primo dopoguerra tedesco. Ma è soltanto nel 1948 che venne però alla luce la prima vera Porsche, la 356, sia in versione cabrio che coupé.






 Nel 1951, anno della morte di Porsche senior il 30 gennaio, l'azienda si trasferì a Stoccarda nel quartiere di Zuffenhausen, dove ha tuttora sede; l'architettura del vecchio Maggiolino si ritrova ancora nelle 911 creata nel 1963 da Ferdinand Alexander Porsche detto Butzi, figlio di  Ferry. 
Negli anni si sono poi naturalmente susseguiti diversi modelli, ma "LA PORSCHE" vera rimane questa.





O questa:
una 911 leggendaria, un classico, una vettura sportiva da sogno: «la Targa» occupa da sempre un posto speciale in Porsche. Concepita 50 anni fa come Cabriolet focalizzata sulla sicurezza, grazie al suo caratteristico rollbar si è meritata la fama di icona di design.





La nascita del logo che contraddistingue le Porsche, con minime varianti estetiche nel tempo, sin dagli anni '50 avvenne in modo quasi casuale. L'imprenditore americano Max Hoffmann, che si occupava dell'importazione delle Porsche negli USA, era convinto dell'enorme potenziale commerciale di queste vetture, ma era contrariato dal fatto che non fossero dotate di un marchio che le rendesse immediatamente riconoscibili.




Ad una cena di lavoro con Ferdinand Anton Porsche, convinse definitivamente quest'ultimo dell'indispensabilità di un logo per le sue vetture. La risposta di Ferry fu immediata: disegnò su un tovagliolino uno scudo, nel quale si fondevano gli stemmi della città di Stoccarda e della regione nella quale nasceva, il Wurttenberg, con una giumenta alata e le corna d'alce di Ulrico I che avrebbero fregiato ogni Porsche dal 1953 in poi.






































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