lunedì 1 maggio 2017

La Route 66

Le strade americane hanno una numerazione dispari quando vanno da nord a sud e da sud a nord,   una numerazione pari quando vanno da est ad ovest e viceversa.

Da: http://www.lastrada66.com/rt66/la-route-66/che-cose-e-la-route-66/

La US Route 66 inizia dal centro di Chicago nel Grant Park e dopo 2.400 miglia attraverso tre fusi orari e otto stati – Illinois, Missuri, Kansas, Oklahoma, Texas, New Mexico, Arizona e California termina a Los Angeles esattamente all’incrocio del Santa Monica Boulevard con Ocean Avenue. 
Si può dire che inizia sulle sponde del lago Michigan e termina sulle spiagge dell’Oceano Pacifico ed è stata una delle prime strade pavimentate a collegare l’Est con l’Ovest del Continente Americano.






Route 66, gia’ il nome e’ qualcosa di magico, ha sempre significato”andare in qualche posto” non semplicemente spostarsi.

La Route 66 fin dall’inizio acquisto’ un significato speciale nell’immaginario degli americani, una fuga verso l’Ovest, una corsa verso il sole, la liberta’, il sogno dell’Eldorado, l’ ultima frontiera in California. Nel periodo tra le due guerre milioni di automobilisti la percorsero per cercare la fortuna in California o anche solo per sfuggire alla Grande Depressione ed ai disastri ecologici causati dall’industrializzazione selvaggia e dalla coltivazione intensiva nelle praterie del Mid-West.


Da:https://www.viaggi-usa.it/route-66-storia/


LaRoute 66 è sicuramente la strada americana più famosa in assoluto; hanno contribuito a renderla tale e a celebrarla famosi scrittori, cantanti e film di Hollywood. Il suo mito ha continuato a crescere e questo le ha permesso di resistere al passare degli anni conservando intatto tutto il suo fascino.
Oggi per le numerose persone che vi si recano da ogni angolo del mondo più che una strada da percorrere per raggiungere una destinazione rappresenta un vero e proprio viaggio nel tempo per riscoprire gli Stati Uniti e la loro storia.





È durante gli anni della Grande Depressione che la strada inizia a conoscere la sua fama, perché diventa una delle vie di comunicazione più usate da coloro che si spostavano verso ovest in cerca di fortuna. Lungo il tragitto della Route 66 si incrociavano quindi numerose storie ed esperienze che furono raccontate e rese immortali da John Steinbeck nel romanzo Furore, uno dei suoi più grandi successi. Proprio a Steinbeck si deve il soprannome più conosciuto della Route 66 che fu ribattezzata Mother Road, un nome che per molti rappresentava quello che cercavano percorrendola: sicurezza e speranza.





Durante la Seconda Guerra Mondiale la strada divenne sempre più utilizzata a causa delle necessità militari degli Stati Uniti e il traffico si intensificò talmente tanto che per la prima volta a Washington si iniziò a pensare ad una soluzione che rendesse più agevoli gli spostamenti attraverso gli States.
Furono gli anni dell’immediato dopoguerra che sancirono definitivamente la fama della Mother Road, alla quale fu dedicata la canzone (Get your Kicks) ok Route 66, inizialmente interpretata da Bobby Troup e poi ripresa da numerosi artisti fra i quali Chuck Berry, i Rolling Stones e Nat King Cole.





Sempre in questo periodo lungo il percorso nacquero e si svilupparono numerosi business quali motel, stazioni di servizio, drive in e trappole per turisti che fecero dell’illuminazione al neon il loro marchio di fabbrica che li rese e li rende immediatamente riconoscibili tutt’oggi. La notorietà della Route 66 fu confermata e ampliata perfino da una serie televisiva omonima che iniziò ad essere trasmessa agli inizi degli anni ’60.

E’ un luogo popolato da innumerevoli cameriere, addetti alle pompe di benzina, camionisti, vagabondi, gestori di motel, autisti di camper, un mondo sempre diverso ma per molti versi uguale sparso lungo 2.400 miglia di asfalto. La Route 66 e’ incredibilmente un posto unico, come una lunghissima citta’ coi suoi abitanti perennemente in movimento e fieri di appartenervi. Viceversa il popolo che corre sulle Interstate a 4 corsie appartiene ad un’ altra dimensione, ad un’ altro modo di intendere la vita e se stessi. Veramente e’ una strada di fantasmi e di sogni lasciati da tutti quelli che l’hanno percorsa, e’ la liberta’ di viaggiare su strade sterminate, non importa per arrivare dove ma certi di avere sempre qualcosa di nuovo da scoprire dietro la prossima curva.
Ma la Route 66 fu anche un potente strumento di sviluppo economico e culturale per i paesi che attraversava, attiro’ milioni di persone nel South West americano finalmente non piu’ isolato dal resto del mondo. Stati come l’Oklahoma e l’Arizona devono il loro sviluppo alla Route 66 e ne furono influenzati indelebilmente.






  • Nonostante nella cultura popolare il mito continuasse a crescere verso la metà degli anni ’50 la Route 66 iniziò a conoscere un declino, culminato alla fine degli anni ’60, quando la costruzione delle Interstate a
    più corsie, che in molti casi correvano parallele alla “vecchia” strada, iniziò ad essere portata a termine. Queste grandi arterie di comunicazione si resero necessarie come detto per facilitare gli spostamenti di una nazione che si scopriva sempre più in fermento e soprattutto sempre più motorizzata.




Proprio quando la Route 66 si apprestava quindi a diventare solo uno sbiadito ricordo degli anni passati in molti si sono dati da fare per cercare di preservarla attraverso iniziative di ogni sorta e grazie al loro lavoro ancora oggi chiunque può continuare ad essere partecipe e protagonista della sua storia.





Anche se rimangono larghi tratti del tracciato originale oggi la Ruote 66, almeno ufficialmente, non esiste più. Su alcune cartine stradali infatti non la vedrete neanche indicata perché una nuova numerazione ha preso il posto di quella vecchia. Quello che era la Route 66 oggi è essenzialmente un mix discontinuo di manto stradale originale, successive modifiche, sovrapposizioni con le Interstate e tratti ormai ridotti a sentieri o del tutto abbandonati.





Ripercorrendo l’antico tracciato, dove e’ ancora rimasto agibile, si rimane colpiti da un mondo e da un modo di vivere fatto ancora di rapporti umani, di personaggi semplici, di piccole grandi cose che si penserebbero ormai estinte nel paese dei grattacieli. Oltre allo splendido paesaggio in gran parte ancora non invaso dal turismo di massa, la Route 66 regala ancora emozioni insospettabili al viaggiatore non frettoloso e incontri impossibili da dimenticare.
Per questo motivo la Route 66 e’ diventato un parco nazionale, caso unico al mondo per una strada, e vincolata dal Ministero Federale dei Beni Culturali come un pezzo significativo della storia d’ America.
Con oltre 4.000 chilometri di lunghezza e uno di larghezza, e’ il parco naturale piu’ lungo del mondo.




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